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mercoledì 30 settembre 2015

Giacometti celebra l'eroe contemporaneo

La scultura è la forma del significato. Non ha altra funzione che ricreare in se la grandezza, il tempo, racconti di memorabili vittorie o prodi sconfitte. E’ propria dello scultore la peculiarità di riuscire, più del pittore, ad imprimere nell’opera una loquacità solenne e una travolgente funzione celebrativa di ciò che resta quando tutto è finito. Dalle antiche statuine di donna con il ventre gonfio, simbolo di fertilità e ricchezza, alla bellezza della Venere Callipigia, i bronzi di Riace, fino alle opere celebrative dei fasti di Roma, come colonne e statue di imperatori. Insomma la scultura ha sempre avuto lo scopo di duplicare la realtà affinché l’opera rimanga sempre contemporanea, esplicita nei suoi concetti. Sempre orientata a esibire la forma di un’ epoca in perfetta commistione con il sentimento dell’artista.
Loquacità e funzionalità artistica li ritroviamo nelle opere di Alberto Giacometti che ha reinventato e rappresentato l’Uomo del ‘900. E lo fa con le uniche forme possibili, non più muscoloso e impavido condottiero ma umbratile, sottile e fragile, l’aspetto disincantato di un anti-eroe. Bisogna comunque sapere che Giacometti ha abbracciato molte correnti artistiche a lui coeve, dal cubismo alle arti primitive al surrealismo, ed è proprio nel surrealismo (lontano da quello che esigeva Breton) scopre che nulla è più surreale dell’umana condizione dello stare al mondo. L’antieroe Giacomettiano è l’inetto che troviamo nelle pagine di Svevo quando nel 1923 pubblicò “La Coscienza di Zeno”. Zeno Cosini unico uomo a sopravvivere, grazie alla malattia esistenziale. Disadattato per la sua epoca ma eroe vincente per Svevo. Così le statue di Giacometti, lineari, ridotte all’osso, sono forme dell’ antica scultura figurativa che non perde memoria né coscienza, che non si estingue ma semplicemente muta, diventa contemporanea perché può ancora celebre l’ uomo.
L’uomo contemporaneo, del ventesimo secolo, la sua apparenza fatta di distanze, di insicurezza e fragilità, i nuovi valori di oggi, nuovi attributi di grandezza. Ecco questi sono i nuovi eroi, a cui Giacometti dona forma fisica, non hanno nulla da invidiare alle sculture di Fidia, se non la nostalgica epoca “dell’età dell oro periclea ” oggi “età dell’esistenzialismo sartriano” , che si cristallizza in grumi di materia coagulata, per nuove scultura, e se prima erano gli Dei a influenzare gli uomini, oggi lo sono gli Antieroi. Dr. House il medico poco convenzionale protagonista dell’omonima serie. Antieroe per antonomasia, un uomo fragile, turbato, per niente equilibrato e pure zoppo è comunque un medico, l’eroe di oggi.
Giovanni Negri Brusciano – Università degli Studi di Napoli Federico II