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mercoledì 1 aprile 2015

Cosa unisce Pirandello - Marx e Warhol ? Facebook!



#Kultura  3.07.09
Discorso: Esame di stato licenza superiore.
Cosa unisce Pirandello - Marx e Warhol?
Facebook.
Come al solito non sono mai le virtù ma sempre i vizi a dirci chi è di volta in volta l’uomo. E per questo motivo, oggi voglio parlare di quelle tendenze o modalità comportamentali per le quali suona efficace ma impropria la definizione di “nuovi vizi”. A differenza infatti dei vizi capitali che segnalano una deviazione o una caratteristica della personalità, i nuovi vizi segnalano il dissolvimento di quest’ultima, che tra l’altro non è neppure avvertito, poiché investono indiscriminatamente tutti.
 I nuovi vizi infatti non sono personali ma tendenze collettive a cui l’individuo non può opporre un’efficace resistenza individuale, pena esclusione sociale.

 I vizi che prenderò in esame sono: il consumismo e il conformismo. La voluttà dello shopping e la dipendenza dalla merce.

Emblema contemporaneo del consumismo e del conformismo è il nuovissimo sito di social network Facebook. Sito aperto a tutti, nato nel 2004 come canale comunicativo tra studenti e personale di un determinato college americano. Giunto oltre oceano è divenuto il sito più cliccato degli ultimi anni, tanto da essere nominato come la prima cosa più ‘in’ tra gli studenti universitari allo stesso posto della birra e del sesso.

Pensate che il numero degli utenti ha raggiunto i 200milioni in tutto il mondo.(su 7miliardi circa) Quindi, se lo scopo principale era far mantenere i rapporti tra studenti universitari e liceali adesso è divenuta la rete sociale che abbraccia trasversalmente tutti gli utenti di internet.

 Due sono le applicazioni che intendo prendere principalmente in considerazione di questo sito :

LA REGISTRAZIONE DELL’UTENTE
I GRUPPI.

LA REGISTRAZIONE DELL’UTENTE: tutti gli utenti possono iscriversi liberamente pubblicando i propri dati e le proprie foto. Quindi analizzando bene possiamo dire che tutti per un attimo hanno la possibilità di crearsi un ulteriore identità, molti non rinunciano a quella che hanno, altri invece sfruttano l’occasione per crearsene una secondaria . Lo stesso processo che avviene nella novella di Pirandello :” Il fu mattia pascal”

Grazie al nuovo network si crea una situazione analoga(ovviamente in tempi e con modalità diversi) a Mattia Pascal.
 Si fugge da quella che è la realtà per indossare una maschera. Le cause di questa evasione sono principalmente: la non accettazione di quello che si Crede di essere, oppure la repressione di quelle che sono le dicerie sul proprio conto, (altra romanzo di Pirandello: “Uno nessuno e centomila”).

Quindi la creazione di una maschera omologata, di un uomo diverso, di un uomo nuovo esteticamente e psicologicamente, contribuisce a farci accettare giorno per giorno da questi nuovi compagni, attraverso le foto (nostre o di altri uomini) e soprattutto attraverso la comunicazione (chat) tutto ben celato dietro il nascondiglio, il muro tra la nostra vita prima di accendere il pc e quella dopo con il pc acceso.

Saremo felci di comunicare anche se così non facciamo, poiché sempre identico sarà il mondo, sempre più conformista, sempre più bugiardo, così come sempre più identiche saranno le parole messe a disposizione per descriverlo.

 Il risultato non sarà altro che una sorta di comunicazione tautologica dove chi ascolta finisce per ascoltare le stesse cose che egli stesso potrebbe tranquillamente dire, l’altro Profilo sarà lo stesso profilo nostro e le foto gli atteggiamenti, ogni più piccolo vezzo sarà simile…forse quest’ illusione d’identità ci farà anche divertire, addirittura stare bene ma tolti gli occhi dallo schermo ritorneremo ad essere quello che vogliamo celare : il dissidio vita/forma. Con la stessa inquietudine ed incertezza del protagonista della novella pirandelliana (La carriola) quando leggendo sulla sua porta AVV. capisce che così la società lo ha voluto catalogare, vedremo i nostri amici nuovi, le nostre nuove foto il nostro nuovo profilo, e ci renderemo conto che non abbiamo fatto altro che creare un altro uno un altro nessuno un altro tra i centomila.

I GRUPPI: i gruppi sono molto conosciuti dal popolo di facebook e non sono altro che delle pagine interne al sito dove ognuno può creare una discussione, porre una domanda, chiedere informazioni, condividere un esperienza, oppure cercare amici lontani. ESEMPIO esistono gruppi intitolati: “Per tutti quelli che sono stati nel villaggio marina a marina di camerata nel 2000” , oppure “Per tutti quelli sono di Brusciano” .

Principalmente i dibattiti erano pure costruttivi e davano la possibilità di conoscere e di produrre nuove idee, poi però le cose sono iniziate a degenerare adesso si vedono sempre più gruppi demenziali, dove i ragazzi per essere riconosciuti pongono come argomento luoghi comuni: “per tutti quelli che indossano le Hogan “ e la cosa più indignante è che sotto questi titoli ci sono anche numerosissimi iscritti, molti superano i 1000 per non parlare poi dei gruppi di moda, dove sono iscritti magari 16 17 mila persone sotto la foto di una cintura griffata. Ecco il mondo diventa sempre più uguale e la cosa bella è che siamo noi a catalogarci rendo ancora di più l’idea di come e di cosa si deve fare per essere simili. Abbiamo tutti lo stessa macchina perché quella precedente anche se andava ancora bene era il caso di sostituirla perché socialmente inadatta, ciò che è materialmente utilizzabile è socialmente inutilizzabile. Perché ormai in noi si è instaurata una mentalità talmente nichilista dove l’identità di ciascuno è sempre più consegnata a gli oggetti che possiede. Già Marx aveva identificato nel capitalismo una tendenza al consumismo che aveva chiamato Feticismo della merce. Dove le merci da pure e semplici cose, prodotto del lavoro umano assurgono al ruolo di rapporto sociale. Con ciò aumenta pure il valore effettivo che per Marx dovrebbe essere basato solo su quello che è il lavoro costituito per produrlo.

Secondo me è lo stesso feticismo delle merci introduce quella che è l’ideologia di Andy Warhol, la Pop Art : l’arte pop intesa come popolare cioè non del popolo o per il popolo ma un arte di massa quindi prodotta in seria senza un volto da poter essere capita da tutti , questo siamo anche noi oggi, non siamo più un popolo ma una massa cioè prodotti in serie.

Come la massa non abbiamo volto e così possiamo essere accettati da un maggior numero di persone.