#Kultura 3.07.09
Discorso: Esame di stato licenza superiore.
Cosa unisce Pirandello - Marx e Warhol?
Facebook.
Come al solito non sono mai le virtù ma sempre i
vizi a dirci chi è di volta in volta l’uomo. E per questo motivo, oggi voglio
parlare di quelle tendenze o modalità comportamentali per le quali suona
efficace ma impropria la definizione di “nuovi vizi”. A differenza infatti dei
vizi capitali che segnalano una deviazione o una caratteristica della
personalità, i nuovi vizi segnalano il dissolvimento di quest’ultima, che tra
l’altro non è neppure avvertito, poiché investono indiscriminatamente tutti.
I nuovi vizi
infatti non sono personali ma tendenze collettive a cui l’individuo non può
opporre un’efficace resistenza individuale, pena esclusione sociale.
I vizi che
prenderò in esame sono: il consumismo e il conformismo. La voluttà dello
shopping e la dipendenza dalla merce.
Emblema contemporaneo del consumismo e del
conformismo è il nuovissimo sito di social network Facebook. Sito aperto a
tutti, nato nel 2004 come canale comunicativo tra studenti e personale di un
determinato college americano. Giunto oltre oceano è divenuto il sito più
cliccato degli ultimi anni, tanto da essere nominato come la prima cosa più
‘in’ tra gli studenti universitari allo stesso posto della birra e del sesso.
Pensate che il numero degli utenti ha raggiunto i
200milioni in tutto il mondo.(su 7miliardi circa) Quindi, se lo scopo
principale era far mantenere i rapporti tra studenti universitari e liceali
adesso è divenuta la rete sociale che abbraccia trasversalmente tutti gli
utenti di internet.
Due sono le
applicazioni che intendo prendere principalmente in considerazione di questo
sito :
LA REGISTRAZIONE DELL’UTENTE
I GRUPPI.
I GRUPPI.
LA REGISTRAZIONE DELL’UTENTE: tutti gli utenti
possono iscriversi liberamente pubblicando i propri dati e le proprie foto.
Quindi analizzando bene possiamo dire che tutti per un attimo hanno la
possibilità di crearsi un ulteriore identità, molti non rinunciano a quella che
hanno, altri invece sfruttano l’occasione per crearsene una secondaria . Lo
stesso processo che avviene nella novella di Pirandello :” Il fu mattia pascal”
Grazie al nuovo network si crea una situazione
analoga(ovviamente in tempi e con modalità diversi) a Mattia Pascal.Si fugge da quella che è la realtà per indossare una maschera. Le cause di questa evasione sono principalmente: la non accettazione di quello che si Crede di essere, oppure la repressione di quelle che sono le dicerie sul proprio conto, (altra romanzo di Pirandello: “Uno nessuno e centomila”).
Quindi la creazione di una maschera omologata, di un
uomo diverso, di un uomo nuovo esteticamente e psicologicamente, contribuisce a
farci accettare giorno per giorno da questi nuovi compagni, attraverso le foto (nostre
o di altri uomini) e soprattutto attraverso la comunicazione (chat) tutto ben
celato dietro il nascondiglio, il muro tra la nostra vita prima di accendere il
pc e quella dopo con il pc acceso.
Saremo felci di comunicare anche se così non facciamo,
poiché sempre identico sarà il mondo, sempre più conformista, sempre più
bugiardo, così come sempre più identiche saranno le parole messe a disposizione
per descriverlo.
Il risultato
non sarà altro che una sorta di comunicazione tautologica dove chi ascolta
finisce per ascoltare le stesse cose che egli stesso potrebbe tranquillamente
dire, l’altro Profilo sarà lo stesso profilo nostro e le foto gli
atteggiamenti, ogni più piccolo vezzo sarà simile…forse quest’ illusione d’identità
ci farà anche divertire, addirittura stare bene ma tolti gli occhi dallo
schermo ritorneremo ad essere quello che vogliamo celare : il dissidio
vita/forma. Con la stessa inquietudine ed incertezza del protagonista della
novella pirandelliana (La carriola) quando leggendo sulla sua porta AVV.
capisce che così la società lo ha voluto catalogare, vedremo i nostri amici
nuovi, le nostre nuove foto il nostro nuovo profilo, e ci renderemo conto che
non abbiamo fatto altro che creare un altro uno un altro nessuno un altro tra i
centomila.
I GRUPPI: i gruppi sono molto conosciuti dal popolo
di facebook e non sono altro che delle pagine interne al sito dove ognuno può
creare una discussione, porre una domanda, chiedere informazioni, condividere
un esperienza, oppure cercare amici lontani. ESEMPIO esistono gruppi
intitolati: “Per tutti quelli che sono stati nel villaggio marina a marina di
camerata nel 2000” , oppure “Per tutti quelli sono di Brusciano” .
Principalmente i dibattiti erano pure costruttivi e
davano la possibilità di conoscere e di produrre nuove idee, poi però le cose
sono iniziate a degenerare adesso si vedono sempre più gruppi demenziali, dove
i ragazzi per essere riconosciuti pongono come argomento luoghi comuni: “per
tutti quelli che indossano le Hogan “ e la cosa più indignante è che sotto
questi titoli ci sono anche numerosissimi iscritti, molti superano i 1000 per
non parlare poi dei gruppi di moda, dove sono iscritti magari 16 17 mila persone
sotto la foto di una cintura griffata. Ecco il mondo diventa sempre più uguale
e la cosa bella è che siamo noi a catalogarci rendo ancora di più l’idea di
come e di cosa si deve fare per essere simili. Abbiamo tutti lo stessa macchina
perché quella precedente anche se andava ancora bene era il caso di sostituirla
perché socialmente inadatta, ciò che è materialmente utilizzabile è socialmente
inutilizzabile. Perché ormai in noi si è instaurata una mentalità talmente
nichilista dove l’identità di ciascuno è sempre più consegnata a gli oggetti
che possiede. Già Marx aveva identificato nel capitalismo una tendenza al
consumismo che aveva chiamato Feticismo della merce. Dove le merci da pure e
semplici cose, prodotto del lavoro umano assurgono al ruolo di rapporto
sociale. Con ciò aumenta pure il valore effettivo che per Marx dovrebbe essere
basato solo su quello che è il lavoro costituito per produrlo.
Secondo me è lo stesso feticismo delle merci
introduce quella che è l’ideologia di Andy Warhol, la Pop Art : l’arte pop
intesa come popolare cioè non del popolo o per il popolo ma un arte di massa
quindi prodotta in seria senza un volto da poter essere capita da tutti ,
questo siamo anche noi oggi, non siamo più un popolo ma una massa cioè prodotti
in serie.
Come la massa non abbiamo volto e così possiamo
essere accettati da un maggior numero di persone.

Ottimi spunti di riflessione. Il declino dei social network aperti a tutti era inevitabile e prevedibile, non fa che rispecchiare la società attuale sospesa fra barbarie e civiltà. Il social network di per se è un grande strumento, ma uno strumento può essere utilizzato per fini opposti. Lo dice Marx: se un mezzo diventa condizione per realizzare scopi, si trasforma in scopo.
RispondiEliminaTenendo fermo questo punto, penso tu abbia centrato il tema già dalle prime battute: "I nuovi vizi non sono personali ma tendenze collettive", cioè il capitalismo (che ha interesse nel generare tendenze rigorosamente temporanee) è diventato scopo e come tale sottomette ogni strumento alle sue tendenze.
Ma come dici bene "l’individuo non può opporre un’efficace resistenza individuale", la resistenza deve essere 'globale' per funzionare, ma perché diventi globale è necessario un'incremento esponenziale del livello culturale delle masse, che non è quello "tecnico-scientifico" osannato oggi. Gli scienziati e i tecnici sanno calcolare, non pensare. Parlo della filosofia, della letterature e di tutte le arti.
Se le cose non riescono a cambiare per coscienza potrebbero almeno cambiare per moda.
EliminaConoscerai di Grillo il motto: "l'onestà tornerà di moda" anche a me piaceva molto perché ho sempre pensato lo dicesse non perché credesse nelle coscienze delle persone, in quanto molti non ne hanno una, ma perché solo la moda può cambiare le coscienze (laddove vi fosse coscienza) e non viceversa.