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domenica 27 settembre 2015

Più che Madre, Matrigna

Mentre i ” top 20 musei ” italiani rifulgono di internazionalità dopo le nomine di nuovi direttori, il museo pubblico d’arte contemporanea Madre a Napoli brancola ancora nel buio pesto di un provincialismo ottenebrante. Non è un museo libero, dal momento che si paga per entrarvi e addirittura alle serate si entra su invito. Chi mai dovrebbe invitarci a casa nostra? Luogo per cui tutti ci paghiamo le tasse. Non è popolare perché i napoletani del quartiere in cui si trova, non si sentono minimamente coinvolti. Non è nemmeno universale giacché gli artisti che vi ospita non sono universali ma soprattutto mancano di napoletanità. Completamente decontestualizzati. Insomma è un’élite per chi intende l’arte come moda e spettacolarizzazione. Non si fa ricerca, non si produce cultura, né identità, né sviluppo della persona, in pratica è una capriccio. Un museo che non genera una minima curiosità in chi vive il quartiere è una scorza vuota come le palazzine, dormitori, di periferia.

Giovanni Negri Brusciano