Mentre i ” top 20 musei ” italiani rifulgono di internazionalità dopo
le nomine di nuovi direttori, il museo pubblico d’arte contemporanea
Madre a Napoli brancola ancora nel buio pesto di un provincialismo
ottenebrante. Non è un museo libero, dal momento che si paga per
entrarvi e addirittura alle serate si entra su invito. Chi mai dovrebbe
invitarci a casa nostra? Luogo per cui
tutti ci paghiamo le tasse. Non è popolare perché i napoletani del
quartiere in cui si trova, non si sentono minimamente coinvolti. Non è
nemmeno universale giacché gli artisti che vi ospita non sono
universali ma soprattutto mancano di napoletanità. Completamente
decontestualizzati. Insomma è un’élite per chi intende l’arte come moda
e spettacolarizzazione. Non si fa ricerca, non si produce cultura, né
identità, né sviluppo della persona, in pratica è una capriccio. Un
museo che non genera una minima curiosità in chi vive il quartiere è
una scorza vuota come le palazzine, dormitori, di periferia.
Giovanni Negri Brusciano
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