Visualizzazione post con etichetta #negrigiovanni. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta #negrigiovanni. Mostra tutti i post

mercoledì 1 aprile 2015

Vivere al massimo 1luglio2014 anteKultura

L’ uomo trascorre il tempo[la vita] quantificando le sue esperienze.
Conta i soldi che aveva e quelli che ha guadagnato per capire se è diventato più ricco,
quantifica la felicità di ogni momento sulla base di esperienze passate per capire se è stato più felice, quantifica le sue emozioni per capire quali sono vere e quali invece credeva solo che fossero.
Insomma la vita lo appagherà sempre perché il futuro è per lui un’incognita che valuterà in base al suo passato.
Pochi uomini invece hanno una ulteriore e una chiara visione d’insieme, essi non commettono l’errore di valutare la propria esperienza sui propri trascorsi, ma suoi trascorsi di tutta la loro generazione, e confrontano i loro momenti non su vecchie loro esperienze ma su puri concetti, quanto questo momento vale la percezione d’eternità? quanto questa gioia vale tutto il male che percepisco? quanto questi soldi, questa felicità, quest’emozione, valgono ciò che c'è di più ricco al mondo? ovvero quanto io sono grande rispetto al vuoto, quanto io non sono già morte?
Insomma questo per me è vivere al mas
simo.
Giovanni Negri

venerdì 20 marzo 2015

#kultura: Banksy a Napoli

Anni addietro un inserto immobiliare recitava: ” Vendesi opera di Banksy con casa attaccata “. Del più conosciuto writer sulla faccia della terra non ci è dato conoscerne la faccia.
Una forma di denuncia alla società delle apparenze? o l’ennesima conseguenza della totale sottomissione alle rigorose leggi della notorietà?
Di Banksy, come per la Gioconda, non sapremo mai chi realmente sono.
Ma possiamo immaginare cosa sarebbero stati se l’avessimo saputo,
ebbene ben poca cosa come il loro messaggio.

Del segreto che custodisce questi personaggi, ci siamo costruiti un personale feticcio di evasioni, che con il passare del tempo abbiamo continuato a nutrire di assenza fino a consolidarne in ciò tutta la loro essenza.
Banksy, un misto tra Batman e Gesù, che di notte posa, come un fascio di luce, il suo stencil sui muri della città denunciando solo ciò che tutti denunciano.
È popolare. Un predicatore moralista, troppo politically correct per essere un writer. Sine ira et studio, senza ira ne pregiudizi.
Un conformista qualunque, tutti lo amano, e ne apprezzano le opere perché non sanno qual è il suo volto.

Il suo oscillare tra notorietà e anonimato però si è bloccato a Napoli.
Dove si raggiunge il paradosso: il suo primo stencil unico autentico in città è stato coperto da un graffitaro, lasciando illibato solo il secondo stencil.
Illibato si ma poco autentico!
Cioè, non si sa se è suo o di un anonimo, ancor più anonimo di lui.
Che grattacapo per Banksy!
Che senso avrebbe questa madonna con pistola in piazza Gerolomini? Una troppo comune mammasantissima con pistola ?
Ma no, a me sembra più Maradona, sempre avvezzo ai palleggi di testa. Un Maradona che in piazza Gerolamini si concede un passaggio di testa, al volo con gli altri scugnizzi.
Eallora qual è la denuncia verso il mondo capitalistico? Chissà, per capirlo  servirebbe un pensatore comune, come per capire tutte le sue opere.
Giovanni Negri